Navigando verso Est: la Grecia ionica

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Le prime terre greche affiorano all’orizzonte dopo una notte di navigazione dall’Italia. Partendo da Bari con il buio e seguendo la rotta sud-est, all’alba la costa italiana scompare dietro di noi. Davanti, solo mare. Poi, le prime sagome:Erikoussa, Othoni, isole che si trovano di fronte alla costa albanese, pur essendo già Grecia, e che sono le prime terre elleniche a emergere dal mare, le più vicine alla costa italiana.

Erikoussa e Othoni: Avamposti della Grecia

Othoni ed Erikoussa sono i primi lembi di Grecia che si incontrano. Fanno parte delle Diapontie, le isole più a nord del Mar Ionio. Sono piccole, selvagge, poco abitate. Othoni, la più occidentale, è l’ultima propaggine della Grecia prima dell’Italia. Si dice che Ulisse vi sia stato tenuto prigioniero da Calipso. Ancora oggi, il mare intorno è limpido e profondo, con grotte e scogliere a picco. L’entrata nel porto è stretta e a volte esposta al vento, il che la rende un approdo meno sicuro per una barca come Sweet, che pesca due metri. Erikoussa, più a est, presenta invece un vero porto e una grande baia sabbiosa dove è sicuro dare ancora con i venti prevalenti estivi, rendendola un’opzione più affidabile per chi cerca riparo dopo la traversata.

Per approfondimenti: Isole Diapontie

Sivota e Parga: Tra Baie e Storia

Scendendo verso sud, ci infiliamo nel canale tra Corfù e la costa greca. Qui il vento predominante soffia da nord-ovest, regalandoci navigazioni portanti. La costa orientale di Corfù, a parte la città, non offre baie interessanti per una sosta. Invece, la costa continentale a est presenta luoghi più accoglienti, tra cui Sivota, con le sue insenature dall’acqua turchese, e la cittadina di Parga. Parga ha una storia complessa, contesa nei secoli tra Veneziani, Ottomani e Greci. Durante il dominio veneziano, le sue fortificazioni furono rafforzate per proteggere la popolazione dai pirati e dalle incursioni turche. Ancora oggi, la fortezza veneziana domina il panorama, offrendo una vista spettacolare sulla baia e sulle isole circostanti. Se il tempo è buono, si può ormeggiare nella baia, dove un piccolo porto offre riparo con una modalità curiosa: il fondale sabbioso scende improvvisamente da pochi centimetri a oltre due metri, permettendo di ormeggiare di prua con la chiglia sospesa, piantando un’ancora sulla spiaggia e un’altra a poppa in acqua. Il bulbo non toccherà la sabbia, e si potrà scendere dalla barca bagnandosi solo i piedi, raggiungendo la riva con pochi passi.

Paxos e Preveza: Dal porto naturale di Gaios al canale di Lefkas

Proseguendo verso sud, si arriva a Paxos, un’isola coperta di ulivi secolari e caratterizzata dal pittoresco porto naturale di Gaios. Questo stretto canale naturale, protetto da due isolotti, offre un riparo sicuro nel cuore di un paese vivace, dove le stradine strette si intrecciano tra taverne, bar e negozietti colorati. È una delle soste più piacevoli della zona, con un’atmosfera autentica e rilassata. Poco distante, l’isola di Antipaxos è famosa per le sue spiagge dalle acque turchesi e trasparenti, anche se durante il giorno è spesso invasa dai tour turistici che vi sbarcano numerosi.

Più a sud, per entrare a Preveza, è necessario seguire un canale lungo 1,5 miglia, segnalato da mede laterali verdi e rosse, a causa dei bassi fondali circostanti. Preveza è una cittadina abbastanza grande e negli ultimi anni sta diventando sempre più una base importante per la nautica nello Ionio, con la realizzazione di un marina privato. È anche dotata di un aeroporto situato a pochissima distanza dalla cittadina, rendendola un punto strategico per gli imbarchi e gli sbarchi. Per la sosta preferiamo il porto pubblico, che offre costi più ridotti e si trova nelle immediate vicinanze della parte vecchia della città. Quest’area è piacevolmente animata da taverne e bar, con stradine piacevoli in cui camminare o sostare per uno spuntino. Poco più a sud, il canale di Lefkada (o Lefkas) che è stato scavato il secolo scorso sulla traccia di un antico canale che risale ai Corinzi , VII secolo a.C., ci permetterà di entrare in quello che i greci chiamano “mare interno”, un ampio specchio d’acqua protetto dalle isole di Lefkada, Meganisi, Kalamos, Kastos e Itaca che, seppure battuto dal maestrale in estate, non presenta mai mare troppo formato grazie al fetch ridotto.

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